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Impara l’Italia attraverso il cinema: come i film raccontano la società italiana

5–7 minuti

Ciao! 👋

Ho sempre pensato che il cinema avesse un potere speciale: ci fa emozionare, riflettere, viaggiare nel tempo. Ma c’è di più. Attraverso i film possiamo osservare come cambia una società, quali sono i suoi valori, le sue paure, i suoi sogni.

Il cinema italiano, in particolare, è uno specchio vivido e profondo dell’Italia. Guardando i film italiani – da quelli in bianco e nero del dopoguerra alle serie Netflix di oggi – possiamo capire com’è cambiata la vita degli italiani negli ultimi 80 anni.

In questo articolo, faremo un piccolo viaggio nel tempo attraverso il cinema, scoprendo come ogni epoca ha portato sullo schermo una parte dell’anima italiana.

  1. Il Neorealismo: la verità dopo la guerra
  2. Anni ’50-’70: crescita economica e contraddizioni
  3. Anni ’70: politica, tensioni e dubbi
  4. Anni ’80-’90: famiglia, identità e memoria
  5. Anni 2000 e oltre: nuove voci, nuovi temi
  6. Conclusione


Il Neorealismo: la verità dopo la guerra

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia era un paese in ginocchio. Niente più costumi eleganti, scenografie grandiose o storie d’amore irreali. I registi italiani volevano raccontare la realtà nuda e cruda.

Il Neorealismo nasce così, tra le macerie di Roma e Napoli, tra le biciclette rubate e le lacrime dei bambini.

🎬 Film da vedere:

Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica. Un padre cerca disperatamente la sua bici, senza la quale non può lavorare. È una storia semplice, ma piena di emozione, che parla di povertà, dignità e amore familiare.
Questa frase riassume bene lo spirito del Neorealismo: raccontare la sofferenza della gente comune, dando voce a chi non ne aveva mai avuta.

“Il Neorealismo è stato il grido disperato di un popolo che voleva farsi ascoltare.”

Cesare Zavattini (sceneggiatore di Ladri di biciclette)


Anni ’50-’70: crescita economica e contraddizioni

Con il “miracolo economico” degli anni ’50 e ’60, l’Italia cambia volto. Le famiglie si trasferiscono in città, comprano l’automobile, guardano la TV. Ma sotto la superficie del benessere crescono anche i conflitti sociali e morali.

È il periodo in cui il cinema si fa più critico, satirico, persino surreale.

🎬 Film da vedere:

La dolce vita (1960) di Federico Fellini. Un giornalista si muove tra feste mondane e personaggi eccentrici, in una Roma piena di luci… ma vuota di senso. È un film che mostra la crisi esistenziale di una società in cerca di piacere, ma senza direzione.
Fellini osserva una società che ha perso i suoi punti di riferimento, sedotta dall’apparenza ma affaticata dalla confusione morale:

“La dolce vita non è un film, è un modo di vivere. O forse di sopravvivere.”

Federico Fellini


Anni ’70: politica, tensioni e dubbi

Gli anni ‘70 sono gli anni del dubbio, della protesta, della disillusione. L’Italia attraversa un periodo complesso, segnato da scioperi, terrorismo, corruzione.

Il cinema si fa più serio e impegnato. I registi vogliono denunciareanalizzaremettere in discussione il potere.

🎬 Film da vedere:

“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (1970) di Elio Petri. Un commissario di polizia commette un delitto… e nessuno osa accusarlo. Una potente metafora sul potere e la giustizia.

Petri, autore di film intensi e critici, considera il cinema uno strumento per scuotere lo spettatore, per farlo riflettere:

Il cinema deve mettere il dito nella piaga. Se non provoca, è solo decorazione.

Elio Petri


Anni ’80-’90: famiglia, identità e memoria

Dopo le grandi battaglie ideologiche degli anni ’70, il cinema italiano si fa più intimo, più riflessivo. I registi iniziano a raccontare le storie personali, i legami familiari, la memoria collettiva. Le vicende politiche restano sullo sfondo, ma entrano nelle case attraverso i dialoghi, i silenzi, le fotografie sul comodino.

La famiglia diventa la lente attraverso cui leggere il Novecento. È lì, nel microcosmo domestico, che si riflettono i grandi cambiamenti: l’emigrazione, i nuovi ruoli sociali, la trasformazione delle città.

🎬 Film da vedere:

Ettore Scola, uno dei maestri del cinema italiano, con il suo film La famiglia (1987) accompagna lo spettatore attraverso ottant’anni di storia italiana, senza mai uscire da un appartamento romano. È un ritratto affettuoso e amaro, pieno di nostalgia, ma anche di domande sul senso del tempo e dei rapporti umani.

Il privato è politico. Raccontare la mia famiglia è raccontare un paese.

ETTORE SCOLA

Anche in questi anni si afferma un cinema della memoria, con film come La vita è bella (1997) di Roberto Benigni, che racconta l’Olocausto attraverso lo sguardo di un padre che vuole proteggere il figlio con l’immaginazione. È il periodo in cui il passato torna a galla, non per accusare, ma per comprendere.

La vita è bella non è un film sull’Olocausto, è un inno alla vita. È la storia di un uomo che vuole proteggere il sorriso di suo figlio anche nell’orrore

ROBERTO BENIGNI


Anni 2000 e oltre: nuove voci, nuovi temi

Con l’arrivo del nuovo millennio, la società italiana si trasforma ancora una volta. L’immigrazione cambia il volto delle città, la globalizzazione mette in discussione l’identità culturale, la crisi economica del 2008 lascia ferite profonde. Il cinema non resta a guardare.

I registi contemporanei raccontano un’Italia più frammentata, più dura, ma anche più autentica. Si affrontano temi come la criminalità organizzata, il precariato giovanile, la vita nelle periferie, il razzismo, la perdita di fiducia nelle istituzioni. È un cinema più diretto, più coraggioso, spesso lontano dai salotti borghesi del passato.

🎬 Film da vedere:

Film come Gomorra (2008) di Matteo Garrone o A Ciambra (2017) di Jonas Carpignano mostrano realtà marginali, difficili, quasi invisibili, ma reali. Allo stesso tempo, registi come Paolo Sorrentino e Alice Rohrwacher portano sullo schermo uno sguardo più poetico, talvolta surreale, che mescola bellezza e malinconia.

Il linguaggio visivo cambia: si sperimenta con le immagini, con il ritmo, con il suono. Alcuni film sembrano sogni, altri reportage. Ma tutti cercano, in modi diversi, di catturare lo spirito di un’Italia contemporanea complessa, spesso divisa tra passato e presente.

Altri film:

  • Lazzaro felice (2018) di Alice Rohrwacher
  • La grande bellezza (2013) di Paolo Sorrentino

Il cinema deve tornare a essere necessario. Non per vendere, ma per dire qualcosa che non si può ignorare

Matteo garrone

Conclusione

Il cinema italiano non è solo intrattenimento: è un racconto lungo più di settant’anni, fatto di immagini, parole, silenzi, contraddizioni. È uno specchio fedele – a volte impietoso, altre volte poetico – della società italiana, con i suoi sogni, le sue paure, le sue trasformazioni.

Guardare un film italiano, soprattutto con occhi curiosi e attenti, può diventare un modo per entrare dentro la cultura, per capire non solo la lingua, ma anche il contesto in cui quella lingua vive.

Ogni epoca ci ha lasciato delle storie che parlano ancora oggi. Che sia una bicicletta rubata, una festa decadente, un palazzo di periferia o una famiglia seduta a tavola, c’è sempre qualcosa da ascoltare, da imparare, da sentire vicino.

🎧 E tu? Quale film italiano ti ha colpito di più? Quale periodo ti incuriosisce?

Lasciati guidare dalle storie, e l’italiano non sarà più solo una lingua: diventerà un modo per vedere il mondo 🌍

Alla prossima! 👋

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